MANIFESTO DEL FORUM NAZIONALE
PER CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
Noi non vogliamo che le persone arrivino sulle nostre coste con i barconi,
per questo vogliamo che possano viaggiare o chiedere protezione senza rischiare la vita.
Noi non vogliamo che le organizzazioni di trafficanti continuino a crescere,
per questo vogliamo che le persone non debbano rivolgersi a loro per muoversi o per fuggire.
Noi non vogliamo che le persone rinuncino ad aiutare lo sviluppo dei propri paesi,
per questo vogliamo che possano decidere di rimanere, emigrare, tornare in modo libero e legale.
Noi non vogliamo che le persone siano costrette a scappare da guerre e carestie,
per questo vogliamo fermare la vendita di armi ad altri paesi e una finanza predatoria che scommette perfino sul prezzo del cibo.
Noi non vogliamo perdere la libertà di movimento ottenuta in Europa dopo secoli di guerre e separazioni,
per questo crediamo che l’unico modo per mantenerla sia allargarla, condividerla anche con gli altri.
Noi non vogliamo che razzismo e xenofobia crescano nelle società e nelle democrazie Europee,
per questo vogliamo lavorare tutti insieme per far crescere e condividere diritti e opportunità.
Noi non vogliamo che una cattiva gestione dell’accoglienza crei tensioni e disagio nella società,
per questo vogliamo che sia destinata a chi ne ha bisogno e non sia concentrata in luoghi massificati, ma diffusa.
Noi non vogliamo che i soldi dei contribuenti siano utilizzati per politiche migratorie inefficaci e onerose,
ma vogliamo politiche efficaci di redistribuzioni delle ricchezze a livello globale.
Noi non vogliamo perdere le nostre culture,
per questo vogliamo che crescano e si arricchiscano nel confronto con le altre.
Per tutto questo il 3 dicembre 2017 a Roma abbiamo dato vita al Forum Per cambiare l’ordine delle cose, a cui hanno partecipato da decine di città italiane e non solo più di 500 persone, attive nella costruzione quotidiana di una società sempre più aperta e solidale.
Da qui in avanti chiediamo a chiunque si riconosca in questo percorso di diffondere nelle proprie città e nei propri quartieri le idee e le proposte emerse nel Forum.
Chiunque potrà utilizzare quanto emerso dai lavori del 3 dicembre per far crescere nella società italiana ed europea la l’idea che l’immigrazione è un’opportunità e non una minaccia.
In particolare ci siamo soffermati sulle seguenti proposte la cui applicazione farebbe cambiare l’Ordine delle Cose :
  1. Riattivare l'effettiva possibilità di ingresso regolare per motivi di lavoro ed aprire nuovi canali di ingresso per ricerca di lavoro permettendo altresì la regolarizzazione anche di a chi è già presente sul territorio nazionale. Costruire tavoli territoriali per promuovere il coinvolgimento di Università, Enti Locali, Terzo Settore e Impresa nella costruzione di partenariati volti all’ingresso regolare.
  2. Sostenere la riforma del Regolamento Dublino nella direzione indicata dal Parlamento Europeo rafforzando la tutela per i minori non accompagnati e, favorire meccanismi di accesso protetto per richiedenti asilo potenziando i canali umanitari già sperimentati. Promuovere l’urgente attivazione di una iniziativa straordinaria di “evacuazione umanitaria” dalla Libia verso Paesi sicuri nei quali potere godere di protezione.
  3. Cancellare gli accordi di esternalizzazione delle frontiere con i paesi terzi finalizzati al contenimento delle partenze, ai respingimenti e ai rimpatri forzati, denunciando al tempo stesso l’utilizzo strumentale dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo. Le risorse liberate potranno così essere investite nel finanziamento dei canali legali indispensabili all’efficace smantellamento della rete dei trafficanti.
  4. La richiesta d’asilo non può essere l’unica modalità di entrata; per cambiare questa situazione bisogna da una parte ampliare le nozioni di protezione internazionale e umanitaria e dall’altra aprire vie di entrata regolare non di protezione, ma di progetto migratorio volontario.
  1. Avviare un percorso stringente finalizzato al reale superamento dei CAS e di ogni altra forma di accoglienza emergenziale integrando i servizi di accoglienza nel sistema dei servizi sociali locali migliorando in tal modo il welfare per tutti nella sua capacità di fornire servizi di inclusione basati sulla partecipazione sociale e politica dei migranti, anche in coordinamento con il mondo del volontariato e dell’attivismo sociale evitando approcci meramente assistenziali.
  2. Le dimensioni anche numeriche della presenza di persone che hanno subito traumi estremi nonché le vittime di tratta, rende questo tema non una questione tecnica per addetti ai lavori, ma una questione sociale di grande respiro, che richiede metodologie di intervento competenti e innovative attualmente non diffuse.
  3. Prevedere una reale trasparenza delle politiche pubbliche riguardanti le politiche migratorie a livello internazionale rendendo pubblici gli accordi, anche di polizia, i protocolli d'intesa, e i programmi con Paesi terzi con i relativi finanziamenti .
  4. Creare spazi di incontro e formazione per progettare percorsi contro l’odio e l’esclusione.
  5. Sfidare la narrazione razzista e tossica del noi contro loro e il discorso di odio, attraverso un’informazione corretta in linea con i principi della Carta di Roma e una comunicazione positiva del fenomeno migratorio che restituisca protagonismo ai migranti.
10. Un potenziamento dei servizi di consulenza e supporto legale che favoriscano l'effettivo accesso delle persone offese alla giustizia .

Molti altri sono i temi emersi e li renderemo pubblici nei prossimi giorni. Oltre agli appuntamenti che le tante realtà locali potranno organizzare nei loro territorio, il Forum lancerà a breve appuntamenti nazionali e internazionali. Il primo possiamo già annunciarlo oggi:
il 31 gennaio porteremo le proposte del Forum a Bruxelles, al Parlamento Europeo.
Solo uniti, in tanti e tante ce la possiamo fare.
E da oggi lo siamo.
Per info e contatti

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